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Preferenze di acquisto: on line batte negozio fisico? 

Gli acquisti on line sono ormai una prassi consolidata, tanto che la media per i cittadini è di almeno due “spese” al mese. Lo rivela il Global Consumer Trends Report di BigCommerce e Retail Dive, che evidenzia come le abitudini di acquisto stiano subendo una significativa trasformazione.

Il 39% delle 1.300 persone intervistate in Europa, Nord America, Medio Oriente e Africa preferisce acquistare online, mentre solo il 21% predilige l’esperienza di acquisto in negozio fisico.

Shopping on line, il 77% dei compratori ha speso di più rispetto l’anno precedente 

Un dato interessante è che il 77% degli acquirenti online ha speso nel 2023 quanto o più rispetto all’anno precedente. Questo aumento è attribuibile principalmente alla convenienza e flessibilità degli acquisti online, uniti alla possibilità di ricevere sconti esclusivi e omaggi. SI tratta di un insieme di elementi chiave che caratterizzano l’esperienza digitale di shopping.

Frequenza degli acquisti online

La maggior parte degli intervistati (76%) effettua acquisti online almeno due volte al mese tramite siti web, app o social media, mentre il 49% compie almeno un acquisto online a settimana. Ma dove si concentrano le sessioni di shopping sul web? I settori più popolari per gli acquisti includono abbigliamento e accessori (47%), salute e bellezza (40%) e ristoranti e generi alimentari (36%).

Le categorie di acquisti su abbonamento vedono in testa i generi alimentari (30%), seguiti da intrattenimento (22%) e cosmetici/cura del corpo (21%).

La spedizione gratuita è un vero driver di vendita

Il 40% degli acquirenti online indica la consegna gratuita come prima aspettativa durante l’esperienza dello shopping. Un altro 35% del campione considera le spese di reso come un inconveniente e quindi un “deterrente”. Non per niente, il 26% degli intervistati ha abbandonato il carrello della spesa online nei precedenti tre mesi a causa dei costi di spedizione. 

Ricerche e comparazioni prima di acquistare

Gli acquirenti online effettuano ricerche su una varietà di media, inclusi l’utilizzo dell’app del rivenditore (54%), siti web via mobile (50%) o desktop (49%). Le ricerche avvengono principalmente su dispositivi mobili (61%), seguite da quelle sul web (57%) e su marketplace (57%). La ricerca e il confronto dei prezzi con rivenditori concorrenti sono ormai prassi abituale. Infatti il 95% dei consumatori dichiara di confrontare i prezzi prima di effettuare un acquisto.

L’exploit del Buy Now, Pay Later (BNPL)

Il 23% degli acquirenti intervistati ha utilizzato come metodo di pagamento il “Buy Now, Pay Later” (BNPL), manifestando un crescente interesse verso questa opzione. Nonostante la prevalenza delle carte di credito o debito (93%) al momento del checkout, il BNPL sta guadagnando popolarità come alternativa di pagamento.

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Clonazione vocale con l’AI, quali sono i rischi?

La tecnologia di clonazione vocale basata sull’intelligenza artificiale (AI) ha compiuto progressi notevoli negli ultimi anni, mostrando una crescente sofisticazione e realismo. Questo sviluppo ha aperto nuove opportunità in diversi settori, inclusi l’intrattenimento, l’assistenza clienti e le interazioni virtuali.

Però, come spesso accade, insieme ai benefici emergono anche potenziali minacce, in particolare l’uso fraudolento di questa tecnologia.

Bastano 5 secondi per replicare una voce

La clonazione vocale AI riguarda la creazione di un modello digitale della voce di un individuo, consentendo la generazione di parole e frasi mai pronunciate da quella persona. Ad esempio, con soli 5 secondi di registrazione vocale, alcuni software avanzati possono creare un clone vocale incredibilmente convincente.

Questa capacità può essere sfruttata da truffatori per imitare persone care, figure di fiducia o autorità, al fine di indurre le vittime a cedere denaro o informazioni sensibili.

Un nuovo terreno per i cybercriminali

Secondo un rapporto dell’FBI del 2020, i crimini informatici hanno causato perdite superiori a 4,2 miliardi di dollari negli Stati Uniti, con le truffe vocali che rappresentano una parte significativa di tali reati.

Le truffe vocali AI stanno diventando sempre più sofisticate, rendendo difficile per le persone distinguere tra una voce clonata e una reale.

Verificare l’identità di chi telefona

Per proteggersi da queste truffe, esistono diverse misure che individui e organizzazioni possono adottare. È consigliabile verificare sempre l’identità del chiamante, specialmente in caso di richieste di denaro o dati personali. Questa verifica può includere il richiamo attraverso numeri di telefono ufficiali. L’educazione su tattiche e tecniche utilizzate dai truffatori è fondamentale per ridurre il rischio di essere ingannati, e condividere queste informazioni con amici e familiari può essere utile.

Attenzione alla propria privacy

Inoltre, l’utilizzo di tecnologie di sicurezza, come soluzioni software in grado di analizzare le caratteristiche vocali per rilevare eventuali imitazioni, può offrire un livello di protezione aggiuntivo.

Infine, mantenere la propria privacy limitando la quantità di informazioni personali condivise pubblicamente, soprattutto sui social media, può ridurre le possibilità che la propria voce venga clonata.

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Intelligenza Artificiale: un anno di trionfi e innovazioni. Le prospettive settoriali per il 2024

Dopo un anno di sorprendenti avanzamenti, l’Intelligenza artificiale sta plasmando un futuro intriso di innovazione. Le sue applicazioni nei diversi settori produttivi, nell’industria dell’intrattenimento e le sue implicazioni nel mondo del lavoro sono solo la punta dell’iceberg di un cambiamento profondo che sta modificando rapidamente il nostro presente.

L’interazione continua tra menti brillanti, ingegneri e esperti settoriali promette infatti di portare l’Intelligenza artificiale verso nuove, e più alte, vette.
Un anno fa il panorama dell’Intelligenza artificiale iniziava a manifestare i primi segni di una trasformazione epocale. E ora si attendono con trepidazione le prossime frontiere che l’Intelligenza artificiale attraverserà nel prossimo anno, e oltre.

Una rivoluzione per la Sanità e l’industria manifatturiera

Nel settore sanitario, l’Intelligenza artificiale si è rivelata una forza trainante, accelerando processi cruciali come la diagnosi e il trattamento delle malattie.
Gli algoritmi sofisticati di apprendimento automatico analizzano i dati clinici dei pazienti con una precisione senza precedenti, rivoluzionando anche la ricerca di nuovi farmaci e terapie.
Nell’industria manifatturiera, invece, l’Intelligenza artificiale sta ridefinendo la produzione attraverso l’introduzione di robot intelligenti.

I robot collaborano sinergicamente con la forza lavoro umana, accelerando i cicli di produzione e ottimizzando le operazioni. Algoritmi avanzati si occupano della riduzione degli sprechi e dell’ottimizzazione dei processi produttivi.

Finanza: previsione dei mercati e gestione avanzata del rischio

Il settore finanziario abbraccia l’Intelligenza artificiale per prevedere le dinamiche di mercato, analizzare il rischio e contrastare le frodi. Gli algoritmi avanzati analizzano costantemente i flussi di dati finanziari, consentendo agli operatori decisioni tempestive e illuminate in un contesto economico sempre mutevole.

Nel settore dell’educazione, l’apprendimento personalizzato sta rivoluzionando le aule. Nel mondo dell’istruzione e della formazione, infatti, l’Intelligenza artificiale sta contribuendo soprattutto a personalizzare l’esperienza di apprendimento. Sistemi di apprendimento automatico valutano il progresso degli studenti, adattando il materiale didattico alle loro esigenze specifiche. Questo approccio su misura favorisce un apprendimento più coinvolgente e mirato

Trasporti, dalla guida autonoma al rinnovamento delle infrastrutture

L’Intelligenza artificiale sta facendo progressi significativi anche nel settore dei trasporti. I veicoli a guida autonoma stanno diventando sempre più comuni e utilizzati. Grazie a sensori sofisticati e algoritmi avanzati, tra gli latri vantaggi, la guida autonoma promette di rendere il traffico urbano più sicuro ed efficiente.

Contestualmente, l’Intelligenza artificiale viene impiegata per ottimizzare le infrastrutture allo scopo di ridurre i tempi di percorrenza e migliorare la gestione del traffico urbano.

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Cybersecurity: comunità gamer sotto attacco, 192.456 utenti colpiti

La comunità dei giocatori online su mobile è diventata un obiettivo allettante per i criminali informatici, che sfruttano questo enorme bacino di utenti per poter accedere, e sottrarre, dati personali e finanziari.
Nel 2023 la community globale del gaming rappresenta infatti quasi il 40% della popolazione mondiale, ovvero, oltre tre miliardi di giocatori.

Dal 1° luglio 2022 al 1° luglio 2023 Kaspersky ha documentato 436.786 tentativi di violazione di dispositivi mobili, con un impatto su 84.539 utenti.
Gli incidenti, invece, hanno interessato 192.456 utenti in tutto il mondo.
In pratica, i criminali sfruttano gli account gaming per rubare asset di gioco e valuta virtuale, per poi vendere gli account compromessi con valore reale.

File dannosi travestiti da giochi popolari 

In particolare, sono 4.076.530 i tentativi di scaricare 30.684 file unici, ‘travestiti’ dai criminali da giochi popolari, mod, cheat e altri software legati al gaming.
Si tratta di file classificati principalmente come software indesiderati, spesso etichettati come ‘not-a-virus’, come downloader (89,7%), adware (5,25%) e trojan (2,39%).

Il software dannoso e indesiderato spesso si nasconde sotto forma di giochi popolari, diffusi attraverso siti web di terze parti che offrono versioni pirata. Queste pagine ingannevoli mostrano in genere numeri di download inflazionati, inducendo potenzialmente gli utenti a un falso senso di sicurezza.
Tuttavia, cliccando sul pulsante di download si ottiene un archivio che può contenere elementi dannosi o non correlati, che si discostano dal contenuto promesso.

Minecraft, Roblox, Counter-Strike: Global Offensive i più colpiti

Ed è Minecraft il bersaglio preferito dai criminali informatici, responsabile del 70,29% di tutti gli alert.
Nel periodo considerato, le minacce che hanno usato Minecraft come esca hanno colpito 130.619 giocatori in tutto il mondo. Al secondo Roblox, che ha contribuito al 20,37% di tutti gli avvisi e ha colpito 30.367 utenti.
Counter-Strike: Global Offensive (4,78%), PUBG (2,85%), Hogwarts Legacy (0,60%), DOTA 2 (0,45%) e League of Legends (0,31%) sono anch’essi tra i principali giochi oggetto di minacce informatiche.

Aumentano gli attacchi ransomware ai professionisti

Una scoperta degna di nota riguarda la comparsa di SpyNote. Si tratta di un trojan spia distribuito tra gli utenti di Roblox, che offre diverse funzionalità di spionaggio, tra cui keylogging, registrazione dello schermo, streaming video dalle fotocamere del telefono e la capacità di impersonare le applicazioni di Google e Facebook per indurre gli utenti a divulgare le loro password.

Ma continuano a rappresentare una minaccia significativa per i gamer anche il phishing e le pagine di distribuzione contraffatte.
“L’incessante ricerca di dati personali ha portato a un notevole aumento degli attacchi ransomware anche ai gamer professionisti, che hanno bisogno di giocare senza interruzioni – spiega Vasily Kolesnikov, Cybersecurity Expert di Kaspersky -. Questo sottolinea la necessità di una maggiore consapevolezza della sicurezza informatica all’interno della community dei gamer”.

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Il caffè spopola anche su TikTok

La cultura del caffè è ovunque: interessa la grande distribuzione, i bar, i corner dedicati sempre più hype, e i social media, nuovo luogo di incontro e scambio delle new gen.
Su TikTok sta infatti spopolando l’hashtag #coffeetok, intorno al quale si è attivata una vasta community che prende ispirazione per il consumo di caffè.
Una bevanda che da secoli si beve per sentirsi più energici, più propensi alla socializzazione, ma anche più rilassati e propositivi.

Secondo una ricerca internazionale condotta da Versuni, rebranding di Philips Domestic Appliances, in occasione della Giornata mondiale del caffè, quasi un quarto degli intervistati rinuncerebbe al consumo di alcolici piuttosto che al caffè della mattina. E la percentuale si alza ulteriormente nella fascia d’età compresa tra 25-34 anni.

Un rituale mattutino imprescindibile

Quel che è certo, è che il caffè coinvolge tutte le categorie sociali ed è genderless, ma soprattutto è legato a un rituale imprescindibile della mattina.

Il 66% di tutti i consumatori di età superiore ai 45 anni beve caffè nella prima parte della giornata (35% 16-24enni), e se il 60% afferma che guardare il telefono è il principale svago pre-pomeridiano, più della metà (53%) prende anche una tazza di caffè.
All’interno di queste macro-tendenze, per gli italiani in tutte le fasce d’età il rito del caffè mattutino (61%) supera anche l’uso dello smartphone (57,8%), la colazione (58,6%), la doccia, lo skincare e la lettura delle notizie, tre azioni che si aggirano intorno al 30%.

Non solo tradizione

Ma come si prende il caffè? Se il 47,89% degli italiani sceglie il classico espresso, seguito dal cappuccino (17,66%), alla tradizione si affiancano nuovi scenari di consumo, come la scelta del latte.
In Italia, dove viene ancora ampiamente preferito il caffè nero (37,4%), il 22% predilige la versione senza lattosio, mentre il 18,3% quello di mandorla o soia, a cui seguono il latte d’orzo e di cocco.

Anche dentro questa nuova tendenza, la popolazione delinea alcune micro-abitudini. Il 31% fa il suo primo sorso tra le 7 e le 7 e 59, il 34,4% ama prenderlo sempre nella stessa tazza, e tra le varianti più amate, il caffè freddo (38,3%), la versione preparata con il montalatte (36,2%) e quelle con l’aggiunta di polvere di cacao (22%).

Coffee-device che passione!

Ma la creatività spazia anche dal consumo di caffè con lo sciroppo di caramello o d’acero, miele, scorze di limone o arancia, e perfino burro.

Tra gli usi e i comportamenti a livello worldwide ci sono anche quelli che riguardano i coffee-device.
Uno consumatore su quattro mette evidenza la macchina per il caffè al centro della cucina, uno su 10 la mostra agli ospiti, proprio come si fa con un oggetto di design. E altrettanti la portano con sé in vacanza, per non dover cambiare le abitudini di consumo neanche in ferie.

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Smart City: nel 2022 il mercato arriva a 900 milioni di euro

Secondo la ricerca dell’Osservatorio Smart City della School of Management del Politecnico di Milano, il 2022 è stato un anno positivo per il mercato della Smart City, caratterizzato da una crescita del + 23% rispetto al 2021, e arrivando a 900 milioni di euro. A pesare di più sono le applicazioni ormai consolidate, come illuminazione pubblica, smart mobility, smart metering e smart building (12%). E grazie ai primi fondi assegnati del PNRR crescono anche soluzioni legate all’energia, come smart grid e comunità energetiche rinnovabili. Sempre nel 2022 il 39% dei comuni italiani con oltre 15.000 abitanti ha avviato almeno un progetto di Smart City, e l’89% delle amministrazioni che hanno avviato progetti negli ultimi anni vuole continuare a investire in nuove iniziative. 

Nel prossimo triennio il 41% dei comuni investirà nella città intelligente 

Oggi il 41% dei comuni afferma di voler investire in iniziative di Smart City nel prossimo triennio: l’anno scorso era il 33%. In particolare, questi comuni si concentreranno sullo sviluppo di progetti di smart mobility, smart building, e analisi dei dati legati al turismo, alla mobilità e agli eventi in città, tutti ambiti che hanno grande potenziale per lo sviluppo di soluzioni connesse e integrate. In netto contrasto è la posizione dei comuni che non hanno ancora avviato progetti. Tra questi, solo il 28% si dichiara interessata a implementarli nei prossimi anni.

Per il 65% dei cittadini è la “città innovativa”

Secondo un’indagine svolta in collaborazione con BVA Doxa, il 65% dei cittadini ha sentito parlare di Smart City, a cui la maggior parte associa il concetto di ‘città innovativa’. Il 64% reputa però ancora futuristica e distante la realizzazione di una città interamente smart. Solo l’11% esprime un parere pienamente positivo su quanto implementato, mentre il 47% crede che si potrebbe fare di più.
Il 35% poi non ritiene adeguata l’offerta digitale in città. In particolare, lamenta soprattutto difficoltà nel trovare parcheggio (54%), pessime condizioni del manto stradale (53%), criminalità e vandalismo (39%), eccessivo livello di traffico e trasporto pubblico carente (37%). È chiaro, dunque, come le priorità suggerite dai cittadini siano fortemente legate ai temi della mobilità smart e della sicurezza (41%).

PNRR: oltre 17 miliardi di euro di finanziamenti

L’82% dei comuni ha in programma investimenti finanziati con fondi del PNRR, puntando su digitalizzazione, sostenibilità e inclusione. Degli oltre 17 miliardi di euro di finanziamenti del PNRR dedicati alle città intelligenti 2,9 rientrano nella Missione 1, relativa alla digitalizzazione della PA, ma gran parte del potenziale smart del PNRR deriva dalla Missione 2, relativa alla rivoluzione verde e transizione ecologica. Oltre dieci miliardi e mezzo (10,7) sono infatti allocati a soluzioni finalizzate ad aumentare l’efficienza energetica e la sostenibilità in chiave Smart Land. 
La Missione 5 invece prevede finanziamenti ad hoc per le città, con 2,5 miliardi destinati ai Piani Urbani Integrati, che mirano a migliorare le periferie di 14 Città Metropolitane, e 1 miliardo destinato a progetti di rigenerazione urbana.

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Cyberattacchi: il 2022 è “l’anno peggiore di sempre”

Secondo i ricercatori del Clusit il 2022 è stato l’anno peggiore di sempre sul fronte della sicurezza informatica. Il Rapporto annuale del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, condotto su 148 paesi, evidenzia che a livello mondiale l0anno passato si sono registrati 2.489 incidenti gravi, con 440 attacchi in più rispetto al 2021, per una crescita annua del 21%. E negli ultimi dodici mesi nel mirino degli hacker è finita anche l’Italia: il Rapporto ha registrato 188 attacchi informatici, con un aumento del 169% rispetto al 2021. Rispetto alla media mondiale l’incremento è del +21%. Inoltre, nel nostro paese, la pressione maggiore è stata rilevata sul settore governativo e sulle aziende manifatturiere del Made in Italy.

Finalità cybercrime per la diffusione di ransomware

Il picco massimo dell’anno, e di sempre, si è registrato nel mese di marzo, con 238 attacchi.
I dati aggregati per continente confermano la preponderanza percentuale di vittime in America (38%), rispetto a Europa (24%) e Asia (8%). L’analisi mostra inoltre una netta prevalenza di attacchi con finalità di cybercrime e significativi risvolti economici legati alla diffusione dei ransomware, che sono stati oltre 2.000 a livello globale e rappresentano l’82% del totale, in crescita del 15% sul 2021. Per l’Italia la percentuale sale al 93%, in crescita del 150%.

Più colpiti i “multiple targets”, ma in Italia obiettivi governativi

A livello mondiale, le principali vittime tornano a essere i ‘multiple targets’, i bersagli multipli (22%) con un aumento del 97% sul 2021. “Si tratta – spiega il Clusit – di campagne di attacco non mirate, che continuano a causare effetti consistenti”.  Ai bersagli multipli seguono il settore governativo, quello delle PA e della sanità (12%). Il settore più attaccato in Italia nel 2022 è invece quello governativo, con il 20% degli attacchi, seguito a brevissima distanza dal comparto manifatturiero (19%), che rappresenta il 27% del totale degli attacchi censiti nel settore livello globale.

“Un cambiamento sostanziale nei livelli di cyber-insicurezza mondiali”

Il malware rappresenta la tecnica con cui viene sferrato il 37% degli attacchi globali, cresciuto del +52%, seguito da vulnerabilità (12%), phishing e social engineering (12%).
Anche nel nostro paese prevalgono gli attacchi per mezzo di malware, sono il 53% del totale e hanno impatti gravi o gravissimi nel 95% dei casi.
“Negli ultimi cinque anni si è verificato un cambiamento sostanziale nei livelli globali di cyber-insicurezza mondiali – commentano i ricercatori, come riporta Ansa – al quale non è corrisposto un incremento adeguato delle contromisure adottate dai difensori”. Nel nostro paese, osserva il presidente di Clusit, Gabriele Faggioli, “è necessaria un’ulteriore evoluzione nell’approccio alla cybersecurity. Occorre non solo che permanga il ‘driver normativo’, ma che si mettano in atto a tutti i livelli i processi di valutazione e gestione del rischio per il business”.

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Lavoro e Metaverso: quali sono le figure professionali del futuro?

È possibile pensare al Metaverso come a una rete di mondi virtuali tridimensionali, all’interno dei quali gli avatar (e ogni persona che vi accederà avrà un avatar) potranno interagire tra loro, parlare, discutere di un nuovo progetto, condividere informazioni o fare affari. Attualmente l’impatto mediatico del Metaverso è maggiore rispetto a quello economico: lo ha sottolineato in occasione del Milano Marketing Festival, Sir Martin Sorrell, già fondatore di WPP nonché ceo di S4 Capital. Di fatto, le Big Tech, come Facebook o Microsoft stiano concentrando sempre più attenzioni e investimenti nello sviluppo di mondi virtuali. O, per l’appunto, di metaversi. E questi, quando si diffonderanno, cambieranno concretamente il modo di lavorare.

Nuove forme immersive di collaborazione

In un mondo in cui lo smart working è ormai parte della ‘normalità’, il Metaverso può rimodellare il concetto stesso di lavoro a distanza, creando nuove forme immersive di collaborazione. Il Metaverso, però, non si creerà e non si svilupperà da solo: parallelamente al suo impatto sul mondo del lavoro, questo nuovo universo virtuale impatterà anche sul mercato del lavoro, con l’aumento importante delle ricerche di figure ben definite.
“Non si tratterà della nascita da zero di nuove figure professionali – spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società internazionale di selezione del personale – quanto invece della specializzazione di figure già esistenti”.

Sviluppatori, ingegneri, designer, creatori digitali ed esperti di cyber security

“Prima di tutto – prosegue l’head hunter – serviranno professionisti in grado di costruire sia gli spazi virtuali sia i prodotti che li comporranno. Ecco allora che le aziende attive nel Metaverso avranno la necessità di poter contare su sviluppatori, ingegneri, designer e creatori digitali, tutti profili che nei prossimi anni saranno quindi ancora più ricercati di quanto avviene oggi”.
Il mondo virtuale del Metaverso non deve però essere unicamente creato, deve essere anche gestito e protetto, soprattutto dalle minacce esterne. Ecco quindi che il Metaverso incrementerà ulteriormente le ricerche di esperti di cyber security, “capaci di ridurre al minimo le falle degli spazi virtuali, per mettere al sicuro sia i dati dei singoli utenti del Metaverso sia quelli delle imprese”, sottolinea Adami.

Conseguenze importanti anche nel mondo del gaming e del turismo

“Sarebbe infine sbagliato pensare al Metaverso unicamente come a un luogo per ottimizzare il lavoro da remoto – puntualizza ancora Carola Adami -. Ci saranno conseguenze importanti anche nel mondo della socialità, del gaming e persino del turismo. Non è fantascienza: tra qualche anno potremmo effettivamente essere alla ricerca di architetti per la realizzazione di sale meeting virtuali, e allo stesso tempo, di consulenti di viaggio virtuali”. 

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In due anni raddoppia il mobile messaging dalle software house

In questi ultimi due anni, la crescita dell’e-commerce, dello smart working e dei servizi di delivery ha portato con sé la necessità di comunicare in modo efficace e rapido in diverse situazioni. Complici anche la pandemia e i cambiamenti negli stili di vita, l’impiego di soluzioni di mobile messaging da parte delle software house è quasi raddoppiato. Da parte degli utenti è infatti aumentata notevolmente la richiesta di integrare soluzioni di mobile messaging all’interno di gestionali e altri applicativi.

Nel 2021 sono stati inviati oltre 96 milioni di messaggi
In base ai dati di Esendex, business provider per le soluzioni per la comunicazione mobile, nel 2021 sono stati inviati dalle software house oltre 96 milioni di messaggi, con un incremento superiore al 180% rispetto al periodo precedente la pandemia.
Nell’ultimo periodo in effetti sono aumentate anche le occasioni in cui occorre comunicare in modo veloce ed efficace con la clientela, e di conseguenza è significativamente cresciuta anche la domanda di poter integrare all’interno di gestionali e altri applicativi soluzioni di mobile messaging.

Notifiche, reminder, sicurezza e promozioni
Analizzando i dati più in profondità, emerge che il massiccio utilizzo da parte delle software house di strumenti di comunicazione mobile, tra cui SMS, omnichannel chat e altri, nel 37,7% dei casi è stato relativo all’invio di notifiche e reminder, come, ad esempio, promemoria di appuntamenti, aggiornamenti su servizi, conferme di ordini e avvisi di consegna.
Oltre a notifiche e promemoria, il boom dell’utilizzo del mobile messaging è legato poi anche al costante aumento dei messaggi con i codici per l’autenticazione a due fattori, password o altre comunicazioni nell’ambito della sicurezza, che rappresentano un buon 20,07%. A questi, fanno seguito i messaggi per promuovere le flash sales, gli inviti a eventi e le attività di drive to store e drive to web, che insieme rappresentano il 18,14% del totale.

Gestire la comunicazione mobile dall’interno dei gestionali
“Negli ultimi due anni, a seguito della forte crescita dell’e-commerce, dello smart working e dei servizi di delivery, chi si occupa di sviluppo software ha assistito a un notevole incremento delle richieste dei clienti di poter gestire la comunicazione mobile dall’interno dei loro gestionali, facendo esplodere la domanda delle nostre soluzioni – dichiara Carmine Scandale, Head of Sales di Esendex Italia -. Per le software house rappresentiamo da sempre un partner strategico poiché consentiamo loro di garantire l’affidabilità e i livelli qualitativi che solamente il leader a livello europeo nell’ambito della messaggistica è in grado di poter offrire. A tutto ciò si aggiunge la tranquillità di poter contare su API rest universali costantemente aggiornate, e grazie ai nostri server server ridondanti su due serverfarm, anche sui più elevati livelli di sicurezza”.

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